Bertani Ivo


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Con grande dolore e commozione diamo il triste annuncio della scomparsa di Ivo Bertani.

Ci sono persone abituate a dare tanto agli altri e queste persone, anche quado ci lasciano, si preoccupano di dare il minor fastidio possibile.

Ivo era uno di questi.

 

 

I SALUTI A IVO BERTANI DEL PRESIDENTE ALESSANDRO ZARDONI DURANTE LA CERIMONIA FUNEBRE 

Oggi prendo la parola consapevole che non è certamente facile riuscire a parlare in questi momenti.

Non è facile, sia perché il coinvolgimento emotivo e sentimentale prende in maniera inequivocabile il sopravvento sulla ragione, sia perché oggi ci lascia una persona a cui ero, come tutti sanno, particolarmente legato non solo dal punto di vista associativo, ma anche da quello personale.

Ho immaginato, in queste ultime ore, a cosa avrei dovuto dire in questi momenti, a quali parole avrei potuto esprimere dinnanzi alla sua cara famiglia e ai tanti soci ed amici, come saluto finale a Ivo.

Sono convinto che sia impossibile riuscire a colmare il vuoto che Ivo lascia nei nostri cuori, dopo tanti anni dedicati al Nucleo Paolo Pini prima e al Nucleo Acli Sanità poi.

Sì, il Nucleo, una creatura a cui credeva moltissimo, a cui ha dato tantissimo in termini di lavoro, esperienza e professionalità.

Si trovò nel dicembre 1970, ad esserne nominato Presidente. Immane fu il suo lavoro con a fianco Mario Martinetti – 1° Presidente – fino al 1976, in seguito con Franco Paronzini e da ultimo con me.

Fui proprio io, a settembre 2009, su sua espressa volontà a ricevere il testimone assumendo la Presidenza in sua sostituzione.

Tutto il Consiglio di Presidenza, per acclamazione, fu allora d’accordo nel conferire a Ivo il titolo di Presidente Onorario in senso di riconoscenza e grande rispetto per l’enorme azione messa in atto a favore del Nucleo.

Un ruolo in grado di far proseguire la sua azione all’interno dell’associazione, assicurando la sua presenza quotidiana in ufficio e la partecipazione alle riunioni del Consiglio fino a dicembre 2020 quando è stata interrotta solamente per ragioni connesse alla sua salute.

Fu un aclista di primissimo piano, un uomo di cultura ricco di valori; una persona di livello, capace di essere un punto di riferimento per tutti.

Non c’è stato un giorno dove non ci siamo sentiti al telefono ed anche quando le sue condizioni non erano ottimali, lui doveva telefonarmi per chiedermi com’era la situazione e come stavano le cose.

Voleva essere sempre tranquillizzato che le cose stessero sempre per il verso giusto. Continuava, anche telefonicamente, a farmi le dovute raccomandazioni, a darmi i dovuti suggerimenti.

Non mancavamo neppure di scontrarci, com’è normale che sia. Ma ci scontravamo per motivi spesso futili, litigavamo come un padre litiga con un figlio e poi, entrambi, trovavamo la soluzione migliore.

Caro Ivo, ora sarai lì su, insieme al Presidente Martinetti e a tutte le colonne di questo Nucleo, e sicuramente potrai raccontare a loro cosa siamo riusciti a costruire, dove abbiamo portato il “nostro” Nucleo. Di a loro che le promesse che, facevamo nei discorsi commemorativi, sono state mantenute.

Devo tantissimo a Ivo, non solo per la fiducia dimostrata in ogni secondo, ma anche per le cose che ho avuto l’onore di poter apprendere.

Non posso nascondere come mi abbia dato piena e completa fiducia in tutto ciò che io facevo, senza se e senza ma.

Ed è giusto riconoscere come la mia crescita associativa sia stata ampiamente influenzata dalla sua figura. 

Caro Ivo, il tempo è passato velocemente ed oggi ci ritroviamo qui, tutti insieme, a ricordarti e a darti l’ultimo saluto. 

È rappresentata tutta l’Associazione, dai soci a molti aclisti, a tantissime persone che hanno voluto testimoniare il loro affetto verso di te.

Io non posso che raccogliere anche i loro pensieri, ricordandoti che resterai, per sempre, nella memoria di tutti come una persona che ha dato tanto al Nucleo ed ha partecipato attivamente e costantemente alla sua crescita ed al suo sviluppo.

Oggi caro Ivo lasci un vuoto incolmabile, tutti siamo più soli senza di te, ma il ricordo albergherà sempre nei nostri cuori con la viva certezza che da lassù guiderai la nostra azione ed il percorso del Nucleo per un futuro sempre più roseo.

Voglio concludere questo mio pensiero mandando un forte abbraccio alla tua cara moglie Carla.

Grazie ancora di tutto Ivo, continueremo a volerti bene.

 

 

 

ARTICOLO SUL GIORNALE DEI LAVORATORI DELLA SEDE PROVINCIALE DELLE ACLI MILANESI

Ci ha lasciati Ivo Bertani: un amico, un testimone, un aclista

Un impegno lungo sessant'anni, sempre al servizio delle Acli

Ivo Bertani ci ha lasciati il 23 marzo scorso dopo una lunga e debilitante degenza ospedaliera: avrebbe compiuto 85 anni il prossimo agosto.

Di questi 85 anni, quasi sessanta sono stati dedicati da Ivo con intelligenza e dedizione alle ACLI: infatti, quando poco più che ventenne iniziò a lavorare per la Provincia di Milano venne assegnato all’Ospedale psichiatrico Paolo Pini (allora simili istituti dipendevano appunto dalle Province) con mansioni di bibliotecario, Bertani aderì immediatamente al Nucleo aziendale aclista che fin dal 1947 si era costituito fra gli impiegati, gli infermieri, gli inservienti ed i medici dell’ospedale.

Finalità del Nucleo, ovviamente, era quella generale delle aggregazioni di base del nostro Movimento: l’animazione cristiana, la formazione , la disposizione di servizi a tutela dei soci e delle loro famiglie… Ma il Nucleo del Pini ovviamente si proponeva anche di dare un qualche tipo di sostegno e di conforto anche agli ospiti della struttura, in un periodo in cui la malattia mentale era trattata come uno stigma sociale e coloro che venivano ricoverati negli istituti psichiatrici erano spesso abbandonati a se stessi e a ogni sorta di abusi e costituivano, letteralmente, gli ultimi fra gli ultimi di una società che preferiva dimenticarsi di loro.

In questa prospettiva Bertani, che avrebbe assunto la presidenza del Nucleo nel 1970, operò dispiegando i suoi notevoli talenti di organizzatore e la sua naturale socievolezza, adoperandosi per una gestione più umana del rapporto con i pazienti e per cercare le forme del loro possibile reinserimento sociale, a maggior ragione dopo le riforme degli anni Settanta, ispirate alle coraggiose intuizioni di precursori come Franco Basaglia, che fra le altre cose sottrassero gli istituti psichiatrici alla responsabilità delle singole Province per inserirli nel Sistema Sanitario Nazionale. Bertani, ad esempio, si fece un punto d’onore di favorire tale reinserimento anche attraverso l’organizzazione di turni di villeggiatura per gli ospiti del Pini presso le case di soggiorno acliste di mare e di montagna (Ronchi di Massa, Formazza, poi Motta di Campodolcino…) curandone la buona riuscita e la sicurezza con attenzione e disponibilità diuturne.

Peraltro, il prestigio di cui godevano lui e il Nucleo del Pini lo proiettarono anche nel dibattito interno al Movimento aclista milanese e nazionale nella difficile temperie degli anni Settanta: in particolare, nelle fasi preparatorie del difficile Congresso di Cagliari del 1972, che sancì la divisione delle ACLI in tre correnti, Bertani si identificò con quella di “Iniziativa di base”, la più moderata, che faceva capo a livello nazionale a Vittorio Pozzar, allora senatore della DC, e a livello milanese era rappresentata fra gli altri  da Pietro Pulici (che poi avrebbe lasciato il Movimento) e da Elio Maggioni .

Bertani in quel Congresso venne eletto in Consiglio nazionale, e quando nel settembre di quello stesso 1972 la Presidenza guidata da Emilio Gabaglio entrò in una crisi irreversibile ed il Presidente venne sostituito da Marino Carboni, venne a crearsi una nuova maggioranza basata sull’accordo di gestione fra la componente centrista di “Autonomia e unità” e, appunto, “Iniziativa di base”. Oltre alla nuova Presidenza venne varato un nuovo Esecutivo (l’organismo intermedio fra Consiglio e Presidenza, che ora si chiama Direzione), e Bertani ne venne chiamato a far parte come riconoscimento di un’autorevolezza politica conquistata sul campo.

In quegli anni così difficili Bertani agì da mediatore e da elemento di pacificazione, pur non sottraendosi all’esigenza di difendere le sue posizioni: ciò gli valse un rispetto generalizzato sia a livello milanese e lombardo sia a livello nazionale, e lo testimonia il fatto che venne riconfermato più volte in Consiglio nazionale e, più tardi, nel Collegio dei probiviri .

La sua attività all’interno del Nucleo del Pini proseguì anche all’indomani del suo pensionamento, ed egli fu convinto sostenitore nel 2003 della nascita del Nucleo Acli Sanità, derivato dall’affiancamento ai soci del Nucleo Pini con operatori socio sanitari operanti presso altri Ospedali, in particolare Niguarda. Una realtà, quella del Nucleo Sanità, che è una delle maggiori delle ACLI milanesi sia per numero di iscritti (oltre quattrocento) e per ampiezza e qualità dei servizi svolti.

Questa è l’eredità di un uomo semplice, cordiale, amichevole, di un credente serio ed impegnato, di un aclista a tutto tondo la cui scomparsa ha suscitato emozione e rimpianto negli aclisti milanesi e non solo in essi.

Alla cara moglie – compagna nel lavoro e nella vita – e a tutti i suoi familiari vadano i sensi del rispetto e dell’amicizia della Presidenza e del Consiglio provinciale delle ACLI di Milano, Monza e Brianza.

 

 

 

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