Di questi 85 anni, quasi sessanta sono stati dedicati da Ivo con intelligenza e dedizione alle ACLI: infatti, quando poco più che ventenne iniziò a lavorare per la Provincia di Milano venne assegnato all’Ospedale psichiatrico Paolo Pini (allora simili istituti dipendevano appunto dalle Province) con mansioni di bibliotecario, Bertani aderì immediatamente al Nucleo aziendale aclista che fin dal 1947 si era costituito fra gli impiegati, gli infermieri, gli inservienti ed i medici dell’ospedale.
Finalità del Nucleo, ovviamente, era quella generale delle aggregazioni di base del nostro Movimento: l’animazione cristiana, la formazione , la disposizione di servizi a tutela dei soci e delle loro famiglie… Ma il Nucleo del Pini ovviamente si proponeva anche di dare un qualche tipo di sostegno e di conforto anche agli ospiti della struttura, in un periodo in cui la malattia mentale era trattata come uno stigma sociale e coloro che venivano ricoverati negli istituti psichiatrici erano spesso abbandonati a se stessi e a ogni sorta di abusi e costituivano, letteralmente, gli ultimi fra gli ultimi di una società che preferiva dimenticarsi di loro.
In questa prospettiva Bertani, che avrebbe assunto la presidenza del Nucleo nel 1970, operò dispiegando i suoi notevoli talenti di organizzatore e la sua naturale socievolezza, adoperandosi per una gestione più umana del rapporto con i pazienti e per cercare le forme del loro possibile reinserimento sociale, a maggior ragione dopo le riforme degli anni Settanta, ispirate alle coraggiose intuizioni di precursori come Franco Basaglia, che fra le altre cose sottrassero gli istituti psichiatrici alla responsabilità delle singole Province per inserirli nel Sistema Sanitario Nazionale. Bertani, ad esempio, si fece un punto d’onore di favorire tale reinserimento anche attraverso l’organizzazione di turni di villeggiatura per gli ospiti del Pini presso le case di soggiorno acliste di mare e di montagna (Ronchi di Massa, Formazza, poi Motta di Campodolcino…) curandone la buona riuscita e la sicurezza con attenzione e disponibilità diuturne.
Peraltro, il prestigio di cui godevano lui e il Nucleo del Pini lo proiettarono anche nel dibattito interno al Movimento aclista milanese e nazionale nella difficile temperie degli anni Settanta: in particolare, nelle fasi preparatorie del difficile Congresso di Cagliari del 1972, che sancì la divisione delle ACLI in tre correnti, Bertani si identificò con quella di “Iniziativa di base”, la più moderata, che faceva capo a livello nazionale a Vittorio Pozzar, allora senatore della DC, e a livello milanese era rappresentata fra gli altri da Pietro Pulici (che poi avrebbe lasciato il Movimento) e da Elio Maggioni .
Bertani in quel Congresso venne eletto in Consiglio nazionale, e quando nel settembre di quello stesso 1972 la Presidenza guidata da Emilio Gabaglio entrò in una crisi irreversibile ed il Presidente venne sostituito da Marino Carboni, venne a crearsi una nuova maggioranza basata sull’accordo di gestione fra la componente centrista di “Autonomia e unità” e, appunto, “Iniziativa di base”. Oltre alla nuova Presidenza venne varato un nuovo Esecutivo (l’organismo intermedio fra Consiglio e Presidenza, che ora si chiama Direzione), e Bertani ne venne chiamato a far parte come riconoscimento di un’autorevolezza politica conquistata sul campo.
In quegli anni così difficili Bertani agì da mediatore e da elemento di pacificazione, pur non sottraendosi all’esigenza di difendere le sue posizioni: ciò gli valse un rispetto generalizzato sia a livello milanese e lombardo sia a livello nazionale, e lo testimonia il fatto che venne riconfermato più volte in Consiglio nazionale e, più tardi, nel Collegio dei probiviri .
La sua attività all’interno del Nucleo del Pini proseguì anche all’indomani del suo pensionamento, ed egli fu convinto sostenitore nel 2003 della nascita del Nucleo Acli Sanità, derivato dall’affiancamento ai soci del Nucleo Pini con operatori socio sanitari operanti presso altri Ospedali, in particolare Niguarda. Una realtà, quella del Nucleo Sanità, che è una delle maggiori delle ACLI milanesi sia per numero di iscritti (oltre quattrocento) e per ampiezza e qualità dei servizi svolti.
Questa è l’eredità di un uomo semplice, cordiale, amichevole, di un credente serio ed impegnato, di un aclista a tutto tondo la cui scomparsa ha suscitato emozione e rimpianto negli aclisti milanesi e non solo in essi.
Alla cara moglie – compagna nel lavoro e nella vita – e a tutti i suoi familiari vadano i sensi del rispetto e dell’amicizia della Presidenza e del Consiglio provinciale delle ACLI di Milano, Monza e Brianza.